domenica 27 settembre 2015

Anti-Geoengineering Attorneys Give Updated Statement On Preparations For Geoengineering Legal Action

On August 14th, 2015, there was a major event in Northern California that was organized for the purpose of exposing and halting global climate engineering programs that are decimating our planet and the entire web of life. Numerous experts spoke out at this event including attorneys, former government scientists, a former defense industry technician, former military personnel, a prominent Northern California Neurologist, and a CEO for one of the largest environmental and engineering consulting firms in the world. Approximately 1000 people attended this event. A team of 7 attorneys (5 from the US and 2 from Canada) are working together with geoengineeringwatch.org in the effort to put forward a legal filing against the ongoing covert climate engineering crimes. Two of the attorneys from that team are William Blackwell and Joseph Marman. In the short video below, William and Joseph give a brief statement to summarize the ongoing legal efforts. The emcee for this important event was John B. Wells, radio host for the highly acclaimed "Caravan to Midnight" show. John works tirelessly toward revealing the truth for the common good. His participation in the Northern California event was of immense benefit to the cause of exposing geoengineering. My deepest appreciation to John, to all the speakers that participated and shared their knowledge, to each and every activist that contributed countless hours, and of course our gratitude to all those that attended the event. Individuals came from locations as far away as Valdez Alaska and St. Louis Missouri.

http://GeoengineeringWatch.org
https://www.facebook.com/dane.wigingt...


https://www.youtube.com/watch?t=8&v=cxA6eDTSaaU

martedì 22 settembre 2015

Contro l’ideologia gender a scuola, 7 pratici consigli ai genitori

Dai microfoni di Radio Maria, Padre Livio commenta l'articolo di Gianfranco Amato pubblicato, il 3 settembre 2015, da "la Croce Quotidiano".




Qui sotto l'articolo di Gianfranco Amato
http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2015/09/03/societa/contro-lideologia-gender-a-scuola-7-pratici-consigli-ai-genitori


lunedì 21 settembre 2015

"Predatori globali" di Silvestro Montanaro (2008)

da "C'era una volta" di Silvestro Montanaro
Andato in onda su Rai3 il 2 gennaio 2008

Si chiamano multinazionali e sono aziende potentissime capaci di dominare interi segmenti del mercato mondiale, dall'energia, all'alimentazione, alla salute controllando ogni parte della produzione e sfuggendo spesso ad ogni forma di controllo. Sono state e sono ancora la prima linea della nostra presenza in tutto il pianeta ed il loro modo di operare ha sollevato e solleva tuttora grandissimi problemi e grande indignazione fra le popolazioni del cosiddetto sud del mondo. A loro si imputa di tutto: dalla distruzione dell'ambiente, allo sfruttamento più selvaggio, anche di minori, a comportamenti antidemocratici e antisindacali.



Da Metafisica Araba a ISIS, Passando per Nazionalismo Sociale Panarabo ~ don C. Nitoglia, 11/8/2015

"Dalla Metafisica Araba all'ISIS, Passando per il Nazionalismo Sociale Panarabo"
Cortina d'Ampezzo 11 agosto 2015


sabato 19 settembre 2015

La causa primaria del Cancro fu scoperta nel 1931 da uno scienziato premio nobel







Una notizia che ha dell’incredibile: la causa principale del cancro è stata ufficialmente scoperta decenni fa da uno scienziato premio nobel per la medicina nel 1931.

E da allora nulla è stato fatto in base a tale conseguimento, se non continuare a raccogliere in tutto il mondo soldi per la ricerca, attraverso associazioni come ad esempio l’italiana AIRC.
Quando la causa primaria del cancro era già conosciuta.
Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’industria farmaceutica e alimentare.
Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria di cancro.
Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel.
Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico.
Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido (nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule).
L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido.
Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: Se una persona ha uno, ha anche l’altro”.
Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, quindi automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo.
Egli ha anche detto: “Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno”.
Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno.
Egli ha dichiarato: “Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro”.
“Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza di esso”. (Una regola senza eccezioni).
“I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”
Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori”, Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno).
Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno.
Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.
In sintesi:
  • Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.
Importante:
Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo. In altre parole … tutto dipende unicamente da ciò che si mangia.
Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro.
È importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7).
In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45.
Se il pH del sangue di una persona inferiore 7, va in coma.
Gli alimenti che acidificano il corpo:
  • Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. (È il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas). Il suo pH è di 2,1 (molto acido)
  • Carne. (Tutti i tipi)
  • Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)
  • Il sale raffinato.
  • Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)
  • Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)
  • Margarina.
  • Caffeina. (Caffè, tè nero, cioccolato)
  • Alcool.
  • Tabacco. (Sigarette)
  • Antibiotici e medicina in generale.
  • Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidita’ dei cibi”)
  • Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc.
Il sangue si ‘autoregola’ costantemente per non cadere in acidosi metabolica garantire il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere delle basi minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati (per lo più raffinati) acidificano il sangue e ammorbano il corpo.
Dobbiamo tener conto che CON il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno”, 365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.
Gli alimenti alcalinizzanti:
* Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma all’interno del corpo avviene una reazione è alcalinizzante.”. Altre sono un po acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio). Le verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no.
* I Frutti, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti - non fatevi ingannare dal sapore acidulo)
* I frutti producono abbastanza ossigeno.
* Alcuni semi, come le mandorle sono fortemente alcalini.
* I cereali integrali: l’unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi, tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti.
Il miele è altamente alcalinizzante.
* La clorofilla la pianta è fortemente alcalina.
(Da qualsiasi pianta) (in particolare aloe vera, noto anche come aloe)
* L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. “La disidratazione cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative.” Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj.
* L’esercizio ossigena tutto il corpo. “Uno stile di vita sedentario usura il corpo.”
L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti.
Non abusare del sale o evitarlo il più possibile.
Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi.
Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più possibile.”
Inutile dire altro, non è vero?
Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente: “Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo.”
Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile per il cancro di comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono acido.
In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro.
Mencken ha scritto: “La lotta della vita è contro la ritenzione di acido”.“Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali, arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi”.
Dr. Theodore A. Baroody ha detto nel suo libro “Alcalinizzare o morire” (alcaline o Die):
” In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie Ciò che conta è che essi provengono tutti dalla stessa causa principale: Molte scorie acide nel corpo”
Dr. Robert O. Young ha detto:
“L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell’equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli che è in grado di eliminare allora le malattie si manifestano.”

E la chemioterapia ?

La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto che ricorre alle riserve alcaline del corpo immediatamente per neutralizzare l’acidità tale, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli.
Per questo motivo osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e tra le altre cose la caduta dei capelli. Per il corpo non vuol dire nulla stare senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte.
Niente di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato.
Tutto indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono un’unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto.
Più le persone sono malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica. E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l’industria alimentare.
Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: “… Poteva capitare a chiunque …”
No, non poteva!
“Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”.
Ippocrate (il padre della medicina )

fonte http://pmbeautyline.wordpress.com/ 
 

L’occulto: una trappola invisibile. Ecco il “Grande Inganno” per i giovani







Il bombardamento esoterico nei confronti dei giovani, negli ultimi anni, è cresciuto in modo spaventoso. Questa “imbarazzante” propaganda ha dei registi ben precisi che sono perfettamente consapevoli di ciò che stanno facendo. Puntano alla corruzione dei ragazzi che saranno i protagonisti del domani, sottomettendoli a una schiavitù non fisica ma spirituale. Potremmo parlare di Illuminati o comunque di “gruppi di potere” che sfruttano le diverse tecniche di manipolazione per alimentare i propri conti in banca. Utilizzano tutti i mezzi a disposizione per far credere ai giovani che l’occultismo non fa male: dalla tv alla musica, dai film ai videogiochi.
“Le produzioni cinematografiche e musicali degli Illuminati costituiscono dei potenti strumenti di indottrinamento che agiscono in modo invisibile sulla psiche” [Laurent Glauzy, giornalista]
Il fondatore del colosso televisivo MTV, Bob Pittman, nel 1982 dichiarò:
“L’attrazione più potente a cui puoi fare ricorso è quella emotiva. Se riesci a far fluire le loro emozioni facendogli dimenticare la logica, li hai beccati. Ad MTV non bersagliamo i quattordicenni, li abbiamo in pugno!” [Rivista Philapelphia Inquirer, 03/11/1982]
Lo scopo di MTV è quello di bombardare i giovani con una serie di messaggi specifici che li portano a simpatizzare per la magia, l’occultismo e addirittura per il demonio, nelle sue diverse espressioni.







Agli MTV Music Awards 2009, l’attore Jack Black si presentò vestito come una rockstar Metal per promuovere un videogioco. “Dal momento che stiamo conferendo dei premi stasera – iniziò il suo discorso rivolgendosi alla platea – chi vuole pregare il Demonio con me? Chi è con me? Avanti… ora prendete la mano della persona accanto a voi: Caro Signore Oscuro Satana, spero che tutto vada bene assieme a te. Volevo dirti ciao e… chiederti di concedere ai premiati di questa sera continuo successo nell’industria musicale”.
Agli MTV Movie Awards 2014, il conduttore e attore Conan O’Brien diede inizio allo spettacolo pronunciando queste parole: “Benvenuti ai Culti Satanici Awards, signore e signori. Tutti acclamano il Signore Oscuro”.
In effetti, queste premiazioni spesso si trasformano in plateali cerimonie sataniche mostrate al pubblico giovanile come semplice materiale di intrattenimento. La performance live di Nicki Minaj ai Grammy Awards 2012 fu una sorta di esorcismo con tanto di sbeffeggiamento dei canti cristiani. Ai Grammy Awards 2014, invece, Katy Perry si presentò come una strega condannata al rogo.
Durante un’intervista con Jimmy Kimmel, la cantante statunitense Lady Gaga giurò pubblicamente su Lucifero. Solitamente si giura sulla cosa più cara al mondo. Giurare su Lucifero non è altro che affermare la propria stima e devozione al mondo dell’occulto.
Siamo evidentemente alla follia ed urge tornare sui binari usando buon senso e discernimento. Oggi i cantanti, infatti, sono considerati veri e propri idoli circondati – grazie alla pubblicità martellante e alla propaganda – da una venerazione quasi religiosa.








Attraverso un certo tipo di musica i giovani hanno la possibilità di avvicinarsi ad argomenti nuovi. Ed è quello che sta accadendo con la propaganda degli Illuminati & Co. sostenuti da ideologie politiche ed esoteriche che spingono all’ateismo pratico. Ideologie che ben conosciamo, basta vedere ciò che accade sotto gli occhi di tutti. In realtà, però, moltissimi ragazzi non sanno neppure che cosa siano gli “Illuminati” e la “massoneria” eppure “subiscono” i loro retaggi, vivono le loro ideologie inconsapevolmente. Ne assimilano le idee e i comportamenti. Tutto questo accade perché la propaganda degli Illuminati e delle altre sette ideologico-politiche e pseudo-religiose sta penetrando, a poco a poco, nell’humus ideologico e “spirituale” del mondo di oggi.
“Questi simboli (ndr simboli esoterici), che prima facevano parte di una cerchia ristretta di ambienti, cominciano a diventare cultura popolare, cominciano a diventare parte integrante della nostra società. […] Cambiano gli artisti, cambiano i video, cambiano le canzoni ma i simboli proposti sono sempre gli stessi” [Emanuele Fardella, Mistero Italia Uno, 03/2013]
Molti artisti – per essere credibili ed accattivanti – utilizzano una strategia mediatica e sociale ormai ben nota agli esperti di settore, ai sociologi ed ai conoscitori del “marketing”: si riempiono la bocca con belle parole ma in realtà sono lupi pronti a sbranare i giovani. “Amore”, “Pace”, “Dio”, “Tolleranza”… sono tutte belle parole certo, ma bisogna valutare il contesto nelle quali vengono utilizzate e in che maniera. Lo scopo di questi slogan e di queste rassicuranti espressioni è proprio quello di affascinare, incantare, conquistare i giovani e spingerli a pensare secondo la mentalità del “Fai ciò che vuoi” (il famoso motto di Aleister Crowley che scimmiottò e invertì clamorosamente il senso del simile motto di Sant’Agostino). L’obiettivo è quello di creare un’atmosfera di confusione per indurre i ragazzi a smarrire il senso del bene e del male. Il termine “amore”, ad esempio, è quello più “abusato” dalle popstar. Può esprimere una miriade di significati ma spesso, purtroppo, si riduce ad un solo concetto: “sesso libero”. L’amore egoista che si riduce alla banale soddisfazione di un piacere.
Durante la prima tappa del suo tour MDNA a Tel Aviv, in Israele, la cantante Madonna gridò al suo pubblico: “Non si può essere un mio fan e non volere la Pace nel mondo. […] Se non c’è Pace qui in Medio Oriente non ci può essere Pace nel mondo intero.” Discorso toccante, peccato che… in totale contraddizione con quanto dichiarato, Madonna nella canzone “Gang Bang” si esibì armata di pistola e mitragliatrice, accompagnata da immagini di macchie di sangue e terminando la canzone con la frase “muori cagna!”. Coerenza, quella sconosciuta!
Fortunatamente i messaggi proposti dalla musica non sono tutti negativi. Esistono canzoni portatrici di buoni ideali o quantomeno innocue. Ma il problema è proprio questo: il male si mischia con il bene. È tutto un grande caos! Nella mente dei ragazzi spesso si può produrre un senso di confusione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Alcune persone tendono a sminuire il problema asserendo in maniera superficiale e sommaria che “si tratta semplicemente di un fenomeno commerciale” non strettamente collegato agli ambienti dell’occulto. Ed è proprio questo il Grande Inganno, quello del fuoco che non brucia. Non rendersi conto che “dietro” queste apparenti “mode” commerciali ci sia qualcosa di inquietante è il pericolo maggiore. D’altronde il primo strumento di difesa/attacco del maligno è dire che egli non esiste: gli esorcisti lo sanno bene. Fermo restando il fatto che anche le persone che sfruttano commercialmente l’occultismo, pur non credendoci, hanno le loro enormi responsabilità. Lo “vendono” e lo propongono ai giovani: rappresentano un ponte per questo tipo di argomenti.







A questo punto ci si chiede quali possano essere le cause di questa propaganda occulta che colpisce le nuove generazioni. Mancano sempre di più gli anticorpi per affrontarla. Non ci sono difese immunitarie. Negli ultimi anni abbiamo subito una specie di lavaggio del cervello che ci ha spinti a non avere più paura di ciò che appartiene al mondo dell’occulto. Stiamo vivendo in una società “rovesciata” dove il bene viene considerato male e viceversa. Il problema è che i ragazzi sono costantemente ingannati dai falsi messaggi che arrivano dai mezzi di comunicazione. Quei tipi di messaggi che creano il Grande Vuoto in cui gli Illuminati, le sette esoteriche e gli occultisti amano introdursi. È l’insicurezza nel futuro, la causa maggiore di quel “vuoto” che spesso accompagna i giovani. L’incapacità di poter progettare un futuro normale porta, inevitabilmente a una totale rassegnazione con il successivo annientamento di ogni ambizione. Se quindi vi è una così grande sfiducia nel futuro, l’unica possibilità per i ragazzi è immergersi quanto più possibile nel presente cercando di viverlo oltre i limiti e di protrarlo fino all’esasperazione nel vano tentativo di colmare il Grande Vuoto. E così gli effetti di tale disagio sono i più disparati: dalla semplice noia a fatta gravi quali vandalismo, bullismo, uso di alcol e droghe fino ad arrivare a casi quasi patologici come stupri, omicidi e suicidi.
Dobbiamo invertire la rotta di questa società. E se da una parte l’ideologia luciferina continua a riempire, apparentemente, quel Grande Vuoto senza mai colmarlo, dall’altra, c’è qualcuno che può riempirlo una volta e per sempre, con il Grande Amore. Il Suo nome è Gesù. Egli è la speranza di coloro che vogliono lottare contro questo tipo di messaggi. Colui che ha rappresentato in terra l’Amore, la Pace e la Fratellanza. La semplicità del messaggio di Gesù può liberarci dai tanti fronzoli ed “effetti speciali” dell’occultismo. Sta a noi decidere da che parte stare. Io la mia scelta l’ho fatta e tu?

 





Immigrazione: Genocidio del Popolo Europeo IL PIANO KALERGI

Da Kalergi all’Unione Europea: breve storia del mondialismo

Alla stragrande maggioranza dei lettori il nome del conte Richard Nikolaus von Coudenhove-Kalergi non dirà in effetti gran che. Al massimo, qualcuno potrebbe ricordare che a lui è dedicato un “prestigioso” premio che l’Ue, di anno in anno, assegna sostanzialmente ai suoi alti papaveri o comunque a prestigiosi euro-entusiasti in odor di squadra e compasso.
L’importanza ideologica e politica di quest’uomo, a cui si deve la fondazione del movimento paneuropeo (e, incidentalmente, la scelta dell’inno beethoveniano), è strategicamente fondamentale, e non sarà inutile analizzare alcuni passi della sua opera principale, quel “Idealismo pratico” oramai introvabile che possiamo considerare come una sorta di vademecum per la perfetta integrazione politica europea. Il problema principale a cui l’ideologo di Paneuropa si trova di fronte è come ovviare alla disomogeneità culturale dei popoli europei, con i loro sciocchi particolarismo nazionali. La soluzione che egli trova è abbastanza geniale per l’epoca (anni ’20 del ‘900) ed a dire il vero consequenziale e perfettamente logica, se si accetta la premessa che i popoli siano deleteri: facciamo sparire i popoli.
“L’uomo del futuro sarà un bastardo. Le razze di oggi e le classi spariranno a causa della scomparsa di spazio, tempo e pregiudizi [e frontiere, ndt]. […] La razza eurasiatica – negroide del futuro, simile nel suo aspetto esteriore a quello degli antichi Egizi, sostituirà la diversità dei popoli con una diversità di individui”, scrive Kalergi [1] ....

l'articolo continua su: http://www.ilprimatonazionale.it/cult...




Da chi in Realtà gli italiani ( e non solo) sono governati?








venerdì 11 settembre 2015

Emergenza omofobia? O emergenza eterofobia?

Intervista a Gianfranco Amato -- Presidente dei Giuristi per la Vita -- a proposito del decreto di legge sulla omofobia

venerdì 4 settembre 2015

L'uomo bianco in quella foto









Le fotografie, a volte, ingannano.
Prendete questa immagine, per esempio.
Racconta il gesto di ribellione di Tommie Smith e John Carlos il giorno della premiazione dei 200 metri alle Olimpiadi di Città del Messico e mi ha ingannato un sacco di volte....
L’ho sempre guardata concentrandomi sui due uomini neri scalzi, con il capo chino e il pugno guantato di nero verso il cielo, mentre suona l’inno americano. Un gesto simbolico fortissimo, per rivendicare la tutela dei diritti delle popolazioni afroamericane in un anno di tragedie come la morte di Martin Luther King e Bob Kennedy.
È la foto del gesto storico di due uomini di colore. Per questo non ho mai osservato troppo quell’uomo, bianco come me, immobile sul secondo gradino.

L’ho considerato una presenza casuale, una comparsa, una specie di intruso. Anzi, ho perfino creduto che quel tizio – doveva essere un inglese smorfioso – rappresentasse, nella sua glaciale immobilità, la volontà di resistenza al cambiamento che Smith e Carlos invocavano con il loro grido silenzioso.
Invece sono stato ingannato.
Grazie a un vecchio articolo di Gianni Mura, oggi ho scoperto la verità: l’uomo bianco nella foto è, forse, l’eroe più grande emerso da quella notte del 1968.
Si chiamava Peter Norman, era australiano e arrivò alla finale dei 200 metri dopo aver corso un fantastico 20.22 in semifinale. Solo i due americani Tommie “The Jet” Smith e John Carlos avevano fatto meglio: 20.14 il primo e 20.12 il secondo.
La vittoria si sarebbe decisa tra loro due, Norman era uno sconosciuto cui giravano bene le cose. John Carlos, anni dopo, disse di essersi chiesto da dove fosse uscito quel piccoletto bianco. Un uomo di un metro settantotto che correva veloce come lui e Smith, che superavano entrambi il metro e novanta.
Arrivò la finale e l’outsider Peter Norman corse la gara della vita, migliorandosi ancora. Chiuse in 20.06, sua prestazione migliore di sempre e record australiano ancora oggi imbattuto, a 47 anni di distanza.
Ma quel record non bastò, perché Tommie Smith era davvero “The jet” e rispose con il record del mondo. Abbatté il muro dei venti secondi, primo uomo della storia, chiudendo in 19.82 e prendendosi l’oro.
John Carlos arrivò terzo di un soffio, dietro la sorpresa Norman, unico bianco in mezzo ai fuoriclasse di colore.
Fu una gara bellissima, insomma.
Eppure quella gara non sarà mai ricordata quanto la sua premiazione.

Non passò molto dalla fine della corsa perché si capisse che sarebbe successo qualcosa di forte, di inaudito, al momento di salire sul podio.
Smith e Carlos avevano deciso di portare davanti al mondo intero la loro battaglia per i diritti umani e la voce girava tra gli atleti.
Norman era un bianco e veniva dall’Australia, un paese che aveva leggi di apartheid dure quasi come quelle sudafricane. Anche in Australia c’erano tensioni e proteste di piazza a seguito delle pesanti restrizioni all’immigrazione non bianca e leggi discriminatorie verso gli aborigeni, tra cui le tremende adozioni forzate di bambini nativi a vantaggio di famiglie di bianchi.
I due americani chiesero a Norman se lui credesse nei diritti umani.
Norman rispose di sì.
Gli chiesero se credeva in Dio e lui, che aveva un passato nell’esercito della salvezza, rispose ancora sì.
“Sapevamo che andavamo a fare qualcosa ben al di là di qualsiasi competizione sportiva e lui disse “sarò con voi” – ricorda John Carlos – Mi aspettavo di vedere paura negli occhi di Norman, invece ci vidi amore”.
Smith e Carlos avevano deciso di salire sul podio portando al petto uno stemma del Progetto Olimpico per i Diritti Umani, un movimento di atleti solidali con le battaglie di uguaglianza.
Avrebbero ritirato le medaglie scalzi, a rappresentare la povertà degli uomini di colore. E avrebbero indossato i famosi guanti di pelle nera, simbolo delle lotte delle Pantere Nere.
Ma prima di andare sul podio si resero conto di avere un solo paio di guanti neri.
“Prendetene uno a testa” suggerì il corridore bianco e loro accettarono il consiglio.
Ma poi Norman fece qualcos’altro.
“Io credo in quello in cui credete voi. Avete uno di quelli anche per me?“ chiese indicando lo stemma del Progetto per i Diritti Umani sul petto degli altri due. “Così posso mostrare la mia solidarietà alla vostra causa”.
Smith ammise di essere rimasto stupito e aver pensato: “Ma che vuole questo bianco australiano? Ha vinto la sua medaglia d’argento, che se la prenda e basta!”.
Così gli rispose di no, anche perché non si sarebbe privato del suo stemma. Ma con loro c’era un canottiere americano bianco, Paul Hoffman, attivista del Progetto Olimpico per i Diritti Umani. Aveva ascoltato tutto e pensò che “se un australiano bianco voleva uno di quegli stemmi, per Dio, doveva averlo!”. Hoffman non esitò: “Gli diedi l’unico che avevo: il mio”.
I tre uscirono sul campo e salirono sul podio: il resto è passato alla storia, con la potenza di quella foto.
“Non ho visto cosa succedeva dietro di me – raccontò Norman – Ma ho capito che stava andando come avevano programmato quando una voce nella folla iniziò a cantare l’inno Americano, ma poi smise. Lo stadio divenne silenzioso”.
Il capo delegazione americano giurò che i suoi atleti avrebbero pagato per tutta la vita quel gesto che non c’entrava nulla con lo sport. Immediatamente Smith e Carlos furono esclusi dal team americano e cacciati dal villaggio olimpico, mentre il canottiere Hoffman veniva accusato pure lui di cospirazione.
Tornati a casa i due velocisti ebbero pesantissime ripercussioni e minacce di morte.
Ma il tempo, alla fine, ha dato loro ragione e sono diventati paladini della lotta per i diritti umani. Sono stati riabilitati, collaborando con il team americano di atletica e per loro è stata eretta una statua all’Università di San José.
In questa statua non c’è Peter Norman.
Quel posto vuoto sembra l’epitaffio di un eroe di cui nessuno si è mai accorto. Un atleta dimenticato, anzi, cancellato, prima di tutto dal suo paese, l’Australia.
Quattro anni dopo Messico 1968, in occasione delle Olimpiadi di Monaco, Norman non fu convocato nella squadra di velocisti australiani, pur avendo corso per ben 13 volte sotto il tempo di qualificazione dei 200 metri e per 5 sotto quello dei 100.
Per questa delusione, lasciò l’atletica agonistica, continuando a correre a livello amatoriale.
In patria, nell’Australia bianca che voleva resistere al cambiamento, fu trattato come un reietto, la famiglia screditata, il lavoro quasi impossibile da trovare. Fece l’insegnante di ginnastica, continuò le sua battaglie come sindacalista e lavorò saltuariamente in una macelleria. Un infortunio gli causò una grave cancrena e incorse in problemi di depressione e alcolismo.
Come disse John Carlos “Se a noi due ci presero a calci nel culo a turno, Peter affrontò un paese intero e soffrì da solo”.
Per anni Norman ebbe una sola possibilità di salvarsi: fu invitato a condannare il gesto dei suoi colleghi Tommie Smith e John Carlos, in cambio di un perdono da parte del sistema che lo aveva ostracizzato. Un perdono che gli avrebbe permesso di trovare un lavoro fisso tramite il comitato olimpico australiano ed essere parte dell’organizzazione delle Olimpiadi di Sidney 2000.
Ma lui non mollò e non condannò mai la scelta dei due americani.
Era il più grande sprinter australiano mai vissuto e detentore del record sui 200, eppure non ebbe neppure un invito alle Olimpiadi di Sidney. Fu il comitato olimpico americano, una volta scoperta la notizia a chiedergli di aggregarsi al proprio gruppo e a invitarlo alla festa di compleanno del campione Michael Johnson per cui Peter Norman era un modello e un eroe.
Norman morì improvvisamente per un attacco cardiaco nel 2006, senza che il suo paese lo avesse mai riabilitato.
Al funerale Tommie Smith e John Carlos, amici di Norman da quel lontano 1968, ne portarono la bara sulle spalle, salutandolo come un eroe.
“Peter è stato un soldato solitario. Ha scelto consapevolmente di fare da agnello sacrificale nel nome dei diritti umani. Non c’è nessuno più di lui che l’Australia dovrebbe onorare, riconoscere e apprezzare” disse John Carlos.
“Ha pagato il prezzo della sua scelta – spiegò Tommie Smith – Non è stato semplicemente un gesto per aiutare noi due, è stata una SUA battaglia. È stato un uomo bianco, un uomo bianco australiano tra due uomini di colore, in piedi nel momento della vittoria, tutti nel nome della stessa cosa”.
Solo nel 2012 il Parlamento Australiano ha approvato una tardiva dichiarazione per scusarsi con Peter Norman e riabilitarlo alla storia con queste parole:
“Questo Parlamento riconosce lo straordinario risultato atletico di Peter Norman che vinse la medaglia d’argento nei 200 metri a Città del Messico, in un tempo di 20.06, ancora oggi record australiano.
Riconosce il coraggio di Peter Norman nell’indossare il simbolo del Progetto OIimpico per i Diritti umani sul podio, in solidarietà con Tommie Smith e John Carlos, che fecero il saluto del “potere nero”.
Si scusa tardivamente con Peter Norman per l’errore commesso non mandandolo alle Olimpiadi del 1972 di Monaco, nonostante si fosse ripetutamente qualificato e riconosce il potentissimo ruolo che Peter Norman giocò nel perseguire l’uguaglianza razziale”.
Ma, forse, le parole che ricordano meglio di tutti Peter Norman sono quelle semplici eppure definitive con cui lui stesso spiegò le ragioni del suo gesto, in occasione del film documentario “Salute”, girato dal nipote Matt.
“Non vedevo il perché un uomo nero non potesse bere la stessa acqua da una fontana, prendere lo stesso pullman o andare alla stessa scuola di un uomo bianco.
Era un’ingiustizia sociale per la qualche nulla potevo fare da dove ero, ma certamente io la detestavo.
È stato detto che condividere il mio argento con tutto quello che accadde quella notte alla premiazione abbia oscurato la mia performance.
Invece è il contrario.
Lo devo confessare: io sono stato piuttosto fiero di farne parte”.

(Riccardo Gazzaniga)
 

Sembra il mio ritratto ! 10 cose che devi sapere prima di uscire con una persona che ama stare da sola

Prima di uscire con una persona solitaria è meglio sapere alcune cose su di loro.


La coppia è decisamente l'emblema dello stare insieme ma ci sono alcune persone che amano conservare i loro spazi in quanto amanti della solitudine. Non stiamo parlando di persone asociali, stiamo semplicemente parlando di coloro che amano la solitudine e sono a loro agio nel trascorrere molto tempo con loro stessi. Vediamo quali cose bisogna sapere prima di instaurare una relazione con gli appartenenti a tale categoria.

1. La solitudine per loro non è un problema
  
 Mentre la paura della solitudine sembra essere una delle più in voga tra gli esseri umani, per questa categoria di persone la solitudine è addirittura necessaria. È il loro modo per mantenere la loro identità nel frastuono della vita di tutti i giorni.

 
2. Hanno bisogno di spazi

 Se non vogliono vederti non significa che non ci tengono a te, o che non provano niente, hanno semplicemente bisogno di trascorrere del tempo con loro stessi per dare il meglio anche con gli altri.


3. Sono empatici

Paradossalmente le persone solitarie sono molto più sensibili rispetto ai sentimenti altrui. La loro empatia gli permette di percepire le emozioni delle altre persone in maniera più netta rispetto alla media.

 
4. Il loro concetto di divertimento è capovolto

Per loro una serata speciale è una serata trascorsa a casa a guardare un film o a leggere un libro. Il divertimento a tutti i costi, il divertimento del “si impersonale” heideggeriano, non rientra nei loro schemi mentali.

 
5. Possono sembrare sostenuti

Le persone solitarie di solito sono introverse, e mascherano la loro timidezza sotto qualche maschera, maschera che a volte può assumere i connotati della spocchia o dello snobbismo. In realtà è solo una prima impressione, sotto c'è ben altro.
 

6. Amano stare in compagnia

Le persone solitarie amano la solitudine così come amano stare in compagnia. Non sono asociali, hanno solo la necessità di ritagliarsi degli spazi per stare da sole.

 
7. Preferiscono una serata intima agli eventi mondani

Gli eventi mondani non sono decisamente tra i primi posti della loro classifica personale della serata ideale. Alle grandi compagnie preferiscono una chiacchierata intima con pochi amici.

 
8. Sanno aprirsi completamente

Anche se all'inizio possono sembrare chiusi in loro stessi, una volta abbattuto il muro sono capaci di esprimere i loro sentimenti in maniera molto più aperta rispetto a tutti gli altri.

 
9. Sono indipendenti

La loro indipendenza è sacra, è quasi un manifesto di libertà. Sono autosufficenti e vogliono restarlo per la propria felicità individuale.

 
10. Sono sinceri con loro stessi

 Non si sentono obbligati ad essere più socievoli, anche se a volte ricevono delle critiche dalle persone che li circondano. Ascoltano i loro bisogni e si accettano così come sono, senza obbligarsi ad essere qualcosa che non riuscirebbero a mantenere.





fonte
http://www.fanpage.it/10-cose-che-devi-sapere-prima-di-uscire-con-una-persona-che-ama-stare-da-sola/
 


 
 

lunedì 31 agosto 2015

Yerba Mate

Lo Yerba Mate Puro, il Tonico-Dimagrante 100% Naturale

Se conoscete delle persone provenienti dall'Argentina, dal Brasile, dal Paraguay e dagli altri stati del sud america, sicuramente conoscono la Yerba Mate o Mate, provate a chiederglielo. Certamente Vi diranno che e' un ottima bevanda e che fa veramente perdere peso. Tantissimi in Sud America bevono il Mate lo utilizzano come Tonico  Dimagrante Naturale, semplicemente perche' funziona. La ragione per la quale finora non e' arrivato ad essere molto conosciuto in Italia, e' semplice: le case farmaceutiche hanno preferito vendere estratto di Mate in pillole, poiche' importare le foglie pure, quelle che hanno veramente gli effetti desiderati, per loro non e' economico. Naturalmente le pillole non hanno nessuno degli effetti dimagranti tanto decantati dal Mate, solo le foglie di prima qualita' dopo infusione (come per il te') sprigionano una bevanda che contiene tutti i principi salutari del Mate.

La Storia del Mate e le Origini

La tradizione della preparazione del mate è stata appresa dai colonizzatori spagnoli dagli indios guaraní. Nel periodo degli insediamenti Gesuiti nella Provincia Real del Guayra (oggi stato del Paraná, Brasile) nel XVI secolo, i soldati spagnoli, che avevano l'abitudine del tè, hanno preso questa erba usata dagli indigeni. Gli indigeni la usavano con acqua fredda, bevendo e separando le foglie con le labbra superiori. Attualmente il mate si conferma un infuso molto popolare nei paesi menzionati, soprattutto in Uruguay, dove è bevuto quotidianamente da gran parte della popolazione. In paesi come l'Argentina, incluso nella sua capitale Buenos Aires, bere il mate è un rito quotidiano in quasi tutte le famiglie e, in alcuni casi, anche negli uffici dove è molto comune vedere professionisti lavorare davanti ai loro computer con una tazza di mate. Bere il mate per gli argentini è un "rituale" così diffuso come per gli italiani bere una buona tazza di caffè o per gli inglesi il tè, e in Argentina il mate viene offerto agli ospiti.

Cosa contiene il Mate e come viene preparato?

Il Mate, contiene un unico ingrediente: Yerba Mate o Erva Mate, una foglia originaria dell’america latina e non coltivabile in altri luoghi. Questa preziosa erba e’ anche chiamata ‘’ouro verde’’ o oro verde per le Sue proprieta’ salutari eccezionali. Il Mate puro si trova in foglie verdi e tostate, e si prepara per infusione come il te’ oppure puo’ essere bevuto in acqua fredda, dopo averlo lasciato in infusione per circa 30-40 minuti o dopo averlo agitato e pressato in acqua. Diffidate da pastiglie e integratori, gli effetti benefici si hanno solo dall’infusione del Mate puro, in foglia.

Perche’ viene usato per Perdere Peso?

il Mate insieme al Te’ ed al Caffe’ e’ una delle principali fonti di Caffeina, anche se contiene circa la meta’ del caffe’, al contrario delle altre bevande contiene molta vitamina C ed e’ ricco di proteine (circa 12%) e ricco di polifenoli, che sono la base del sistema immunitario; inoltre contiene minerali come calcio, fosforo e ferro in buone quantita’. E’ lievemente eccitante e stimola il metabolismo; ha anche un effetto diuretico, tonificante e riequilibrante, nella medicina popolare in sudamerica viene utilizzato principalmente nella cura dei problemi digestici dei reumatismi e dell’obesita’. Viene consigliato agli sportivi e come agente dimagrante a tutte le persone in sovrappeso.
(...)

fonte:

http://www.yerbamate-puro.it/






                                           Los beneficios de la yerba mate (video youtube)









                                  

A contatto con la natura (Parque Taoro)








La luna questa mattina ( 31 agosto2015 Puerto de la Cruz, Tenerife)








LO SCOPO DEI MEDIA? PROMUOVERE L'IGNORANZA E LA MEDIOCRITA'

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venerdì 28 agosto 2015

Ecco perchè nessuno si ribella al sistema

Ti sei mai chiesto perché nessuno reagisce di fronte all’infame ondata di oppressione e abuso di ogni tipo che stiamo subendo? Non rimani perplesso del fatto che non succede assolutamente nulla, viste le tante rivelazioni di casi di corruzione, ingiustizia, ruberie e prese in giro della legge e della popolazione in genere, alla quale si è rubato letteralmente il presente e il futuro? Ti sei mai chiesto perché non scoppia una rivoluzione di massa e perché tutti sembrano essere addormentati e ipnotizzati?










In questi ultimi anni ogni tipo di informazioni che dovrebbe aver danneggiato la struttura del Sistema fino alle sue fondamenta, è stata resa pubblica, eppure questa stessa struttura continua a essere intatta senza neppure un graffio superficiale. Questo rende palese un fatto veramente preoccupante che sta sotto il nostro naso e al quale nessuno presta attenzione.
Il fatto che CONOSCERE LA VERITA’ non importa a nessuno, sembra incredibile, ma i fatti lo confermano giorno dopo giorno.

L’informazione non è rilevante.

Rivelare i più oscuri segreti e renderli di dominio pubblico non produce nessun effetto, nessuna risposta da parte della popolazione per quanto i segreti siano terribili e scioccanti.
Per decenni abbiamo creduto che chi lottava per la verità, gli informatori capaci di svelare fatti nascosti o mettere in piazza i panni sporchi potevano cambiare le cose, potevano alterare il divenire della storia.
Siamo cresciuti in realtà, con la convinzione che conoscere la verità era cruciale per creare un mondo migliore e più giusto e di chi lottava per rivelare il nemico più grande dei potenti tiranni.
E forse per un periodo è stato così.
Oggi, però, “l’evoluzione” della società e soprattutto della psicologia di massa ci ha portato a un nuovo stato di cose: uno stato mentale della popolazione che non avrebbe osato immaginare il più alienato dei dittatori. Il sogno di ogni tiranno della faccia della terra: non dover nascondere né occultare niente al suo popolo.
Poter mostrare pubblicamente tutta la sua corruzione, malvagità e prepotenza senza doversi preoccuparsi di alcuna risposta da parte di quelli che opprime. Questa è la realtà del mondo in cui viviamo. E se credete che questa sia un’esagerazione, osservate voi stessi ciò che vi circonda.
Il caso della Spagna è lampante. Un paese immerso in uno stato di putrefazione generalizzato, divorato fino all’osso dai vermi della corruzione in tutti gli ambiti:
  • giuridico
  • industriale
  • sindacale
  • politico (soprattutto)
Uno stato di decomposizione che ha ecceduto tutti i limiti immaginabili, fino a infettare con la sua pestilenza tutti i partiti politici in maniera irreparabile.
Eppure, nonostante siano resi pubblici continuamente tutti questi scandali di corruzione politica, gli Spagnoli continuano a votare per la maggior parte gli stessi partiti politici, dando tuttalpiù alcuni dei loro voti a partiti più piccoli che non rappresentano in nessun modo una possibilità reale.
Ecco l’allucinante caso della Comunità Valenciana, la regione più rappresentativa del saccheggio vergognoso perpetrato dal Partito Popolare e dove, nonostante tutto, questo partito di autentici fuorilegge e banditi continua a vincere le elezioni con maggioranza assoluta.
Una vergogna inimmaginabile in nessuna nazione minimamente democratica.

E sfortunatamente il caso di Valencia è solo un esempio in più dello stato generale del paese: lì abbiamo il caso indegno dell’Andalusia dominata da decadi dall’altra grande mafia dello stato, lo PSOE, che con i suoi soci del Sindacato e l’appoggio puntuale della Sinistra Unita hanno rubato a piene mani per anni e anni.
il caso della Catalogna con “Convergència i Unió”, un partito di baroni ladri d’élite, tanto per dare un altro esempio. E potremmo continuare così per tutte le comunità autonome o il governo proprio centrale dove le due grandi famiglie politico-criminali del paese, PP e PSOE, si sono dedicate a saccheggiare senza alcuna moderazione.
nonostante siano stati resi pubblici tutti questi casi di corruzione generalizzata, siano state rivelate le implicazioni delle alte sfere finanziarie e industriali con il tacito consenso del potere giuridico, la dimostrazione che in forma attiva o passiva riguarda il Sistema in tutti gli ambiti e si rende impossibile la creazione di un futuro sano per il paese, nonostante tutto ciò, la risposta della popolazione è stata… non fare niente.
La cittadinanza ha risposto al massimo con “l’esercitare il legittimo diritto di manifestazione”, un’attività molto simile a quella che fa la massa quando la sua squadra di calcio vince una competizione ed esce per strada a celebrarla.  Nessuno ha fatto niente di effettivo per cambiare le cose, salvo un piccolo spuntino.
Nel caso della corruzione venuta alla luce in Spagna e l’inesistente reazione della popolazione, è un solo esempio tra i tanti nel mondo. Adesso riportiamo il caso dello sport di massa, sotto pressione per il sospetto di corruzione, di manipolazione di dopaggio e per la molto probabile adulterazione di tutte le competizioni sotto il controllo commerciale delle grandi marche…nonostante questo, continuano ad apparire in televisione con un seguito sempre più numeroso.
Tutto ciò si impoverisce davanti alla gravità delle rivelazioni di Edward Snowden  e confermate dai governi in causa che ci hanno detto in faccia alla luce di riflettori che tutte le nostre telefonate , le attività sui social networks, il nostro navigare in Internet è controllato e che ci stiamo dirigendo inesorabilmente verso l’incubo del Grande Fratello vaticinato da George Orwell nel “1984“.


E la cosa più allucinante è che “una volta filtrate” queste informazioni, nessuno si è preoccupato di ribatterle. Tutti i mezzi di comunicazione, i poteri politici e le grandi imprese di Internet implicate nello scandalo, hanno confermato pubblicamente come un qualcosa di reale e indiscutibile questo stato di sorveglianza. L’unica cosa che hanno promesso, in maniera poco convincente e a mezza bocca che non continueranno a farlo…e si sono permessi anche di darci alcuni dettagli tecnici!
E quale è stata la risposta della popolazione mondiale quando è stata rivelata questa verità? Quale è stata la reazione generale di fronte a queste rivelazioni?
Tutti continuano ad essere assorbiti dal loro smartphone, continuano a rotolarsi nel dolce fango dei social network e continuano a navigare nelle acque infestate di Internet senza muovere nemmeno una falange di un dito… A cosa serve, allora, dire la verità?

Nel caso ipotetico che Edward Snowden o Julian Assange siano personaggi reali e non creazioni mediatiche con una missione segreta, a cosa sarebbe servito il loro sacrificio?
  • Che utilità ha accedere all’informazione e rivelare la verità se non provoca nessun cambiamento, alterazione, trasformazione?
  • A che serve conoscere in forma esplicita e documentata il fatto chel’energia nucleare può solo portare disgrazie come dimostrato dai terribili incidenti di Chernobyl e Fukushima, se queste rivelazioni non provocano nessun effetto?
  • A cosa serve sapere che le banche sono enti criminali dediti al saccheggio di massa, se continuiamo a utilizzarle?
  • A cosa serve sapere che il mangiare è adulterato e contaminato da ogni tipo di prodotti tossici, cancerogeni o transgenici, se continuiamo a mangiarli?
  • A cosa serve sapere la verità su qualsiasi fatto importante se non reagiamo per quanto gravi siano le sue implicazioni.
Non inganniamoci da soli per quanto sia duro accettare tutto questo. Affrontiamo la realtà così com’è… Nella società attuale, conoscere la verità non significa nulla
Informare sui fatti che veramente succedono, non ha nessuna reale utilità; anzi la maggior parte della popolazione è arrivata a un livello tale di degradazione psicologica che come dimostreremo, la rivelazione della verità e accedere all’informazione, rafforzano ancora di più la loro incapacità di risposta e l’inerzia mentale.
La grande domanda è: perchè? Che cosa ha portato tutti noi a quest’apatia generale?
E la risposta, come succede sempre quando ci rivolgiamo domande di questo tipo, è tra le più inquietanti. Ed è in relazione con il condizionamento psicologico cui è sottoposto l’individuo della società attuale. I meccanismi che disattivano la nostra risposta quando accediamo alla verità per quanto scandalosa possa essere, sono semplici ed effettivi. E sono nella nostra vita quotidiana.
Tutto si basa su un eccesso d’informazione.
E’ un bombardamento degli stimoli così esagerato che provoca una catena di avvenimenti logici che finiscono con lo sfociare in un’effettiva mancanza di risposta: in pura apatia.
E per lottare contro questo fenomeno è bene conoscere come si sviluppa il processo…
COME SI SVILUPPA IL PROCESSO?
Per prima cosa dobbiamo capire che questo stimolo sensoriale che riceviamo è carico d’informazioni.
Il nostro corpo è predisposto alla percezione e alla lavorazione di stimoli sensoriali, ma la chiave del tema sta nella percezione di carattere linguistico dell’informazione, per linguistico sta a indicare ogni sistema organizzato con il fine di codificare e trasmettere informazione di ogni tipo.
Per esempio, ascoltare una frase o leggerla comporta la sua entrata nel nostro cervello a livello linguistico. Ma lo stesso avviene quando guardiamo il logo di un’impresa, l’ascolto delle note musicali di una canzone, guardare un segnale del traffico o udire la sirena dell’ambulanza, tanto per darvi alcuni esempi…
Oggi, una persona è sottoposta a migliaia di stimoli linguistici di questo tipo solo durante un giorno; molti li percepiscono in forma cosciente, ma la grande maggioranza in forma non cosciente che deve essere elaborata dal nostro cervello.
Potremmo dividere il processo di captare ed elaborare questa informazione in tre fasi:
  1.       percezione
  2.      valorizzazione
  3.      risposta
Percezione.
Indubbiamente, in tutta la storia dell’umanità, apparteniamo alla generazione che ha la capacità più grande di elaborare informazioni a livello celebrale, con potere di differenziare soprattutto a livello visivo e auditivo.
Man mano che nascono e crescono nuove generazioni acquisiscono una maggiore velocità di percezione dell’informazione. Una dimostrazione di quanto affermato la ritroviamo nel cinema.
Guardate un vecchio film western di John Wayne, una scena qualsiasi di azione per esempio una sparatoria. E poi guardate una scena di sparatoria o di inseguimento di macchine di un film odierno. Una qualsiasi scena d’azione di un film attuale è piena di successioni rapidissime di primi piani di breve durata.
Solo in 3 o 4 secondi si vedranno diverse figure:
il volto del protagonista che guida, quella del compagno che grida, la mano sul cambio della macchina, il piede che spinge il pedale, la macchina che schiva un pedone, l’inseguitore che slitta, il cattivo che afferra la pistola, che spara dal finestrino, ecc… e ogni primo piano sarà durato al massimo una decina di secondi.
Le immagini si succedono a tutta velocità come gli spari di una mitragliatrice. Eppure siete in grado di vederle tutte e di elaborare il messaggio che contengono.
Adesso rivedete il film di John Wayne. Non troverete successioni di scene a ritmo di mitragliatrice, ma successioni di scene dalla durata più lunga e con un campo visivo più ampio. Probabilmente uno spettatore dell’epoca di John Wayne si sarebbe sentito male vedendo un film attuale poiché non era abituato a elaborare tanta informazione visiva a tale velocità.  Questo è un semplice esempio del bombardamento di informazioni cui è sottoposto il cervello di ognuno di noi oggi rispetto a quello di una persona di cinquant’anni fa.
Aggiungeteci tutte le fonti di informazioni che ci circondano, come la televisione, la radio, la musica, l’onnipresente pubblicità, i segnali del traffico, i diversi tipi di abbigliamento che indossano le persone che incrociamo per la strada e che rappresentano ognuna di loro, un codice linguistico per il tuo cervello, l’informazione che vedete sul cellulare, sul tablet, in internet e inoltre i vostri impegni sociali, le fatture, le preoccupazioni e i desideri che hanno programmato tu avessi, ecc. ecc.  …
Si tratta di un’autentica inondazione di informazione che il vostro cervello deve elaborare continuamente. Tutto questo con un cervello della stessa misura e capacità di quello spettatore dei western di John Wayne di cinquant’anni fa.
Per quanto ne sappiamo, sembra che il nostro cervello abbia la capacità sufficiente per percepire tali volumi di informazione e comprendere il messaggio associato a questi stimoli.
Il problema quindi non sta lì. Infatti, sembra che il nostro cervello ne goda poiché ci siamo trasformati in tossicodipendenti degli stimoli.
Il problema sembra risiedere nella fase che segue.
Noi ci scontriamo con i nostri limiti quando dobbiamo valutare l’informazione ricevuta, cioè quando arriva l’ora di giudicare e analizzare le implicazioni che comporta.
Questo succede perché non abbiamo il tempo materiale per fare una valutazione profonda di quell’informazione.

Prima che la nostra mente, da sola e con i criteri chele sono propri, possa giudicare in maniera più o meno profonda l’informazione che riceviamo, siamo bombardati da un’ondata di stimoli che ci distraggono e inondano la nostra mente.
E per questa ragione che non arriviamo a valutare nella giusta misura l’informazione che riceviamo per quanto importanti siano le implicazioni che comporta.
Per capire meglio tutto questo, utilizzeremo un’analogia sotto forma di una piccola storia.
Immaginiamo una persona molto introversa che passa la maggior parte del suo tempo rinchiusa in casa. Praticamente non ha amici e non intavola relazioni sociali di nessun tipo.
Supponiamo adesso che questa persona vada al supermercato a comprare una bottiglia di latte e quando va a pagare gli cade per terra e la rompe causando grande scompiglio e macchiandosi i vestiti sotto gli occhi di tutti e della cassiera.
Quando questa persona torna a casa, isolata com’è e senza uno stimolo sociale, darà probabilmente un gran valore a quanto avvenuto al supermercato.
Si domanderà perché gli è caduto il latte e quale movimento falso abbia fatto perché questo avvenisse; si domanderà se la colpa fosse sua, o della bottiglia che era troppo spigolosa; nella sua testa analizzerà lo sguardo della cassiera e i gesti e i commenti di ogni cliente; osserverà anche le macchie sui vestiti e tenterà di indovinare ciò che hanno pensato gli altri di lui.
Si sentirà ridicola e giudicherà quel fatto meramente aneddotico molto più importante di quanto lo sia stato in realtà. Solo perché quella situazione ridicola al supermercato sarà il grande avvenimento del giorno o della settimana. E forse non lo dimenticherà mai per tutta la vita.
Adesso sostituiamo la persona introversa e senza relazioni con un modello opposto.
Una persona estroversa che passa tutto il giorno circondata da una gran quantità di persone e di fatti, interagendo freneticamente con clienti e compagni di lavoro, che parla al telefono, organizza incontri, compra, vende, fa riunioni, ride, si arrabbia e termina la giornata bevendo un bicchiere con gli amici.
Supponiamo che questa persona va a comprare il latte e anche a lei cade la bottiglia causando un gran scompiglio e macchiandosi i vestiti.
La sua valutazione dell’accaduto sarà solo aneddotica poiché rappresenta un evento in più tra tutti quelli a carattere sociale che sperimenta durante la giornata. E in poche ore se ne sarà dimenticata.
Una persona della società attuale, assomiglia molto al secondo modello, sottoposta a una grande quantità di stimoli sensoriali, sociali e linguistici.
Per noi, ogni informazione ricevuta è rapidamente digerita e dimenticata, portata via dalla corrente incessante dell’informazione che entra nel nostro cervello come un torrente.
Perché viviamo immersi nella cultura del “twit”, un mondo dove ogni riflessione su un evento dura 140 caratteri. E questa è la profondità massima cui arriva la nostra capacità di analisi.
E’ per questa ragione, per la nostra impotenza di valutare e giudicare da soli il volume di informazione al quale siamo sottoposti, che l’informazione che ci è trasmessa, porta incorporata l’opinione che dobbiamo averne, cioè quello che dovremmo pensare dopo aver realizzato una valutazione approfondita dei fatti, cioè chi emette l’informazione risparmia al ricevente lo sforzo di dover pensare.

Questo è il procedimento che utilizzano i grandi mezzi di comunicazione e in un mondo di individui autenticamente pensanti sarebbe tacciato di manipolazione e lavaggio del cervello.
La televisione è un esempio lampanteL’esempio degli onnipresenti incontri politicidove gli ospiti sono presentati come “opinionisti”. La loro funzione è generare l’opinione che noi dovremmo costruire da soli.
Così il bombardamento di informazione continuo e incessante nel nostro cervello ci impedisce di giudicare adeguatamente il valore dei fatti, con un criterio nostro. Ci toglie il tempo che dovremmo avere per soppesare le conseguenze di un avvenimento e lo frammenta in pezzettini da 140 caratteri e lo trasforma in un giudizio breve e superficiale.
Risposta.
Una volta che la valorizzazione personale dei fatti è ridotta alla minima espressione, entriamo nella fase decisiva del processo, quella che è priva della nostra risposta.
Qui entrano in gioco le emozioni e i sentimenti, il motore di ogni risposta e azione.Frammentando e riducendo il nostro tempo, riduciamo la carica emotiva che associamo all’informazione.
Osserviamo le nostre reazioni: possiamo indignarci molto nel vedere una notizia in un notiziario, per esempio lo sgombero forzato di una famiglia senza mezzi, ma dopo pochi secondi siamo bombardati da un’informazione diversa che porta verso un’altra emozione superficiale e diversa che ci fa dimenticare la precedente.
Per esprimere questo in forma grafica e chiara: la nostra capacità di giudizio e di analisi è pari a un “tweet”, la nostra risposta emotiva è pari a un emoticon.
E qui sta la chiave.
Qui rimane disattivata la nostra possibile risposta. Per capire meglio, torniamo all’analogia della persona introversa ed estroversa che rompeva la bottiglia di latte al supermercato.
La persona introversa chiuse nel suo mondo che ha dato un valore più profondo ai fatti avvenuti al supermercato continuerà a rimuginarci sopra più volte.
Non dimenticherà facilmente le emozioni legate al ridicolo che ha provato in quel momento e con molta probabilità esporre continuamente le proprie emozioni finirà con provare un certo imbarazzo solo a ripensarci.
E’ possibile che non torni per un certo periodo a fare spesa in quel supermercato, anche se implica il fatto di dover andare più lontano a comprare il latte; arriverà anche a provare repulsione per il luogo e le persone che l’hanno reso ridicolo.
L’energia emotiva che ha messo su questo fatto concreto diventerà una reazione effettiva per il fatto. Invece, la persona estroversa tornerà al supermercato senza nessun problema poiché mentalmente quanto accaduto, non ha rilevanza emotiva; tuttalpiù arrossirà al vedere la cassiera o qualche cliente. La persona estroversa non intraprenderà azioni effettive e tangibili che derivano dal fatto della bottiglia di latte.
Oltre le valutazioni fatte su questi personaggi inventati, questi esempi ci servono per dimostrare che il bombardamento incessante dell’informazione cui siamo sottoposti finisce con lo sfociare in una frammentazione della nostra energia emotiva e perciò finiamo col dare una risposta superficiale o nulla.
E’ una risposta che per il momento in cui viviamo intuiamo che dovrebbe essere molto più contundente eppure non arriviamo a darla perché ci manca l’energia sufficiente per farlo. E tutti guardiamo disperati gli altri e ci domandiamo:  “Perché non reagiscono? Perché non reagisco?”
E questa impotenza alla fine diventa una sensazione di frustrazione e di apatia generale. Questa sembra essere la ragione per cui non avviene una Rivoluzione quando per la logica dei fatti dovrebbe essere già scoppiata. Si tratta quindi di un fenomeno psicologico. Questo è il meccanismo di base che interrompe ogni risposta della popolazione davanti ai continui abusi che riceve.
E’ la base sulla quale si poggiano tutte le manipolazioni mentali cui ci sottopongono oggi E’ il meccanismo psicologico che rende la popolazione docile e sottomessa.
Potremo riassumere il tutto così:
L’eccessivo bombardamento di informazioni ci impedisce di avere il tempo necessario per dare il giusto valore a ogni informazione ricevuta e, di conseguenza, associarla a una carica emotiva sufficiente per generare una reazione effettiva e reale.
COSPIRAZIONE O FENOMENO SOCIALE?
Non ha importanza se tutto questo fa parte di una grande cospirazione atta a controllarci o se siamo arrivati a questo punto per via dell’evoluzione della società, perché le conseguenze sono esattamente le stesse:
i più potenti faranno il possibile per mantenere attivi questi meccanismi e fomenteranno anche il suo sviluppo secondo le loro potenzialità solo perché ne ricevono benefici.
Rivelare la verità, in effetti, favorisce questi meccanismi.
Ai più potenti non importa mostrarsi come sono o svelare i propri segreti per quanto sporchi e oscuri siano. Rivelare queste verità occulte contribuisce in gran parte all’aumento del volume di informazione con il quale siamo bombardati.
Ogni segreto portato alla luce produce nuove ondate di informazioni che possono essere manipolate e rese tossiche con l’aggiunta di dati falsi, contribuendo così alla confusione e al caos dell’informazione e da qui arrivano nuove ondate secondarie di informazioni che ci stordiscono ancora di più e ci fanno sprofondare di più nell’apatia.
Se combattiamo quest’apatia, frutto della poca energia emotiva con cui cerchiamo di rispondere, con le tremende difficoltà che il sistema ci mette davanti quando è il momento di punire i responsabili, si generano nuove ondate di frustrazione sempre più forti che ci portano passo dopo passo alla resa definitiva e alla totale sottomissione.
Non ponetevi nessun dubbio: alle persone che ostentano il potere interessa bombardarvi con enormi volumi di informazioni il più superficiali possibili; perché una volta instaurata questa forma di interagire con l’informazione ricevuta, tutti noi ci trasformeremo in persone dipendenti da questo incessante scambio di dati.
l bombardamento di stimoli è una droga per il nostro cervello che ha bisogno di sempre più velocità per lo scambio di informazioni ed esige meno tempo per poterle vagliare.
Succede a tutti noi: ci costa sempre più fatica leggere un lungo articolo pieno di informazioni strutturate e ragionate. Abbiamo l’esigenza che sia stringato, più veloce, che si legga in una sola riga e che si possa ingerire come una pasticca e non come un lauto pranzo.
Il nostro cervello si è trasformato in un tossicodipendente da informazione rapida, in un drogato avido di continui dati da ingerire pensati e analizzati da un altro cervello in modo che noi non dobbiamo fare lo sforzo di fabbricare una nostra opinione complessa e contraddittoria.
Il fatto è che noi odiamo il dubbio perché ci obbliga a pensare. Non vogliamo farci domande. Vogliamo solo risposte rapide e facili. Siamo e vogliamo essere antenne riceventi e replicanti di informazioni come meri specchi che riflettono immagini esterne. Gli specchi però sono piani e non hanno vita propria, tutto quello che riflettono viene da fuori.
L’essere umano a gran velocità si sta dirigendo verso quello stato di fatto. Lo permetteremo?
CONCLUSIONE
Tutto quanto è stato scritto, forse non lo avreste voluto ascoltare. E’ poco stimolante ed è qualcosa di complicato e farraginoso, ma le complesse realtà non possono essere ridotte in un titolo ingegnoso di tweet.
Per intraprendere una profonda trasformazione del mondo, per iniziare un’autentica Rivoluzione che cambi tutto e ci porti verso una migliore realtà, dovremmo discendere nelle profondità della nostra psiche, fino alla sala macchine, dove si muovono tutti i meccanismi che determinano le nostre azioni e i nostri movimenti.
E’ lì che si risolve l’autentica guerra per il futuro dell’umanità.
Nessuno ci salverà facendo da un pulpito dei proclami brillanti e delle promesse per una società più giusta ed equa. Nessuno ci salverà raccontandoci una verità presunta o rivelandoci i segreti più oscuri dei poteri occulti.
Come abbiamo visto, l’informazione e la verità non sono importanti perché i nostri meccanismi di risposta sono invariati. Dobbiamo scendere fino a loro e ripararli; e per fare ciò dobbiamo sapere come funzionano. E non sarà necessario fare un complesso corso di psicologia: osserviamo con attenzione e ragioniamo da soli e potremo raggiungere il risultato.
Non si tratta di qualcosa di esoterico o basato su strane credenze dal carattere Mistico, Religioso o New Age. E’ pura logica: non c’è rivoluzione possibile senza una profonda trasformazione della nostra psiche a livello individuale perché la nostra Mente è programmata dal Sistema.
Per cambiare quindi il Sistema che ci imprigiona, prima lo dobbiamo disinstallare dalla nostra mente.
Lo faremo?

fonti
http://voxinsana.blogspot.it/2014/06/perche-non-siamo-capaci-di-ribellarci.html
DA stampalibera.com